venerdì 31 dicembre 2010

BUON ANNO!

Un felice 2011 a tutti quelli che passerano da questo blog!

lunedì 27 dicembre 2010

X-Men Wolverine

Dopo aver apprezzato la trilogia degli X-Men, tutt'altra cosa rispetto a film di scarso livello come I fantastici quattro, devo dire che mi sono divertito a guardare anche questo spin-off della serie, che torna indietro nel tempo e ci racconta la storia di Wolverine prima che diventasse un X-Men.
Piacevole da guardare anche per chi non ama i supereroi (e i supercattivi), il film si discosta leggermente dai canoni dei precedenti capitoli risultando un pò più introspettivo rispetto agli altri prodotti della trilogia, anche se sempre ricco di azione.
Come si evince dal titolo, protagonista assoluto è Wolverine, X-Man che rimane fedele al suo stile di personaggio duro e burbero, ma dal cuore d'oro, sempre interpretato da Hugh Jackman (che il pubblico femminile sarà felice di ammirare nudo e muscoloso mentre lo riempiono di adamantio).
Buona visione!

sabato 25 dicembre 2010

BUON NATALE!

Felice Natale a tutti! E mi raccomando fate i buoni senza apparire buoni :p

giovedì 23 dicembre 2010

Suspiria

Mi piacciono i film horror. Non tutti ovviamente perché dato il genere è facile cadere nel ridicolo ed è più raro trovare buoni prodotti. Mi piace anche il Dario Argento vecchia maniera, prima che purtroppo la recitazione della figlia Asia contribuisse a rendere i film più scadenti.
Suspiria fa parte della cosidetta "Trilogia delle streghe" assieme ad Inferno e a La terza madre (evitate quest'ultimo per favore...). Il film è di ottima fattura e secondo me perde soltanto un pò di fascino nel finale. Questo è dovuto ad una certa fretta nella conclusione e al fatto non indifferente che guardare con gli occhi del 2010 un film con effetti speciali degli anni '70, se da una parte affascina lo spettatore, dall'altra riduce la credibilità della storia.
Mi piace molto l'ambintazione quasi sempre in interni e i colori (ho letto che è merito del sistema Technicolor quasi in disuso già allora) e soprattutto la musica dei Goblin, già autori della colonna sonora di Profondo Rosso.
Nel complesso giudizio più che positivo!
E se non l'avete mai visto ecco ciò che vi aspetta..



mercoledì 22 dicembre 2010

I nuovi Alice In Chains

Premettendo che in linea di massima i miei generi preferiti di musica sono Grunge, Punk e Metal, pur con molti distinguo all'interno dei settori, e qualche mese fa mi è stato regalato il nuovo album dei nuovi Alice In Chains, Black gives way to blue, parlo di "nuovi" Alice In Chains perché, anche se il gruppo è rimasto per 3/4 inalterato dagli anni '90, nel 2002 ha perso il frontman e icona Layne Staley. Il gruppo vegetava comunque in una specie di limbo produttivo già dal 1996, anno della loro ultima uscita pubblica, per via delle cattive condizioni di salute del cantante.
Layne è stato "sostituito" da William Duvall e devo dire che il nuovo frontman mi piace perché, a mia impressione, non lotta con la pesante eredità del predecessore, ma canta sinceramente con il suo stile e suona pure la parte ritmica di chitarra. Ovvio che con la dipartita di Layne la parte del leone sia quindi passata al chitarrista solista/seconda voce Jerry Cantrell che, per quanto non da tutti apprezzato, resta comunque, secondo me, un buon chitarrista e cantante, nonché un capace compositore, confermato dal fatto che era la mente musicale degli Alice In Chains anche ai tempi di Staley.
Il nuovo album mi ha piacevolmente sorpreso. Temendo una di quelle terribili reunion di vecchie glorie che spesso si sono viste negli ultimi anni, Black gives the way to blue si è rivelato alle mie orecchie un album piacevole da ascoltare, con molte sonorità che ricordano gli anni '90, come Check My Brain. I testi non saranno angosciati come nell'era grunge, ma fanno lo stesso la loro buona figura, specie in canzoni come Private Hell.
Nel complesso un album che mi è piaciuto senz'altro, anche se nell'ascolto si ha avverte una certa sensazione di incompletezza, come se mancasse quel non so che per far passare il cd da bello a ottimo.

Ecco il video di un estratto dell'album, la quasi acustica Your Decision...



lunedì 20 dicembre 2010

Donna uccisa da uno squalo a Sharm El Sheik

Quello che non capirò mai è perché notizie come queste generino un eco tanto forte da finire sulle prime pagine di giornali e tg. Se la vittima invece di nuotare nel Mar Rosso fosse stato un escursionista ucciso da una vespa (l'animale, non la moto...), sicuramente nessuno avrebbe degnato di un sguardo il malcapitato.
Credo saremo tutti d'accordo sul fatto che la solida terra, in tutte le sue forme, rappresenti un habitat più affine all'uomo di quanto non possa rappresentare il mare. Nonostante questo, "esperti", o presunti tali, in queste occasioni si interrogano sempre sull'arcano mistero: "Come mai è successo?".
Ora, io non sarò Jacque Cousteau, ma mi pare ovvio che nel momento in cui una persona si immerge nelle acque di un mare/oceano implicitamente entra a far parte di una catena alimentare e si assume quindi il rischio di poter venir ucciso da un predatore. Nessuno ci penserà mai (io si però...), ma questa è la realta dei fatti. Sarebbe come se uno decidesse di farsi una passeggiata nella savana e poi si stupisse di venir attaccato da un leone. Tutto qui.
L'idea poi di "uccidere lo squalo per evitare che colpisca di nuovo" oltre che stupida, è anche inutile. Stupida perché l'animale andrebbe ucciso subito come difesa dall'attacco e non a posteriori come se si trattasse della condanna di un tribunale. Inutile perchè lo squalo potrebbe sì attaccare di nuovo dopo pochi giorni, ma in un luogo diverso. Oppure potrebbe attaccare dopo molto tempo o anche non farlo mai più nella sua vita.
Eviterei quindi stupidi allarmismi e odiose fobie da caccia alle streghe. Come un paracadutista ha più probabilità di me di finire schiantato al suolo, ogni appassionato della nuotata ha più probabilità di finire tra le fauci di uno squalo di quante non ne abbia un taglialegna. In alternativa c'è sempre la piscina.

domenica 19 dicembre 2010

Rugby: ad un anno dai mondiali

Seguo il rugby da alcuni anni (direi dal 2007 assiduamente, ma saltuariamente anche da prima). Dato che manca poco meno di un anno ai mondiali in Nuova Zelanda, la domanda amletica che mi frulla in mente è questa: riusciranno gli All Blacks a rivincere finalmente il mondiale dopo oltre 20 anni?
Io, in generale, ho un debole per il rugby dell'emisfero sud ed in particolare per quello dei tuttineri. Quest'anno hanno battuto praticamente tutti (tranne una sconfitta subita dall'Australia), mostrando un gioco esaltante, condito da mete su mete. Hanno alcuni dei giocatori più forti al mondo nei loro rispettivi ruoli, i ricambi sono tali da poter fare due super squadre e hanno vinto, tanto per cambiare, il Tri Nations.  E siamo oramai alle porte del mondiale che si giocherà l'anno prossimo, per di più in casa loro.
Questa è quindi la storia che va avanti almeno del 1999. Strafavoriti per la vittoria, da allora hanno sempre mancato pure la finale. Nel 2011 il fatto di giocare in casa potrebbe sicuramente aiutarli nel loro difficile cammino, ma potrebbe anche essere un ulteriore peso sulle spalle della squadra che avrebbe l'obbligo di non poter sbagliare quasi nulla davanti al proprio pubblico.
La logica direbbe che può essere davvero la volta buona, ma le esperienze passate insegnano invece che basta una piccola buccia di banana e anche l'uomo più grosso da una bella botta per terra. Dato che l'anno prossimo le bucce di banana sulla strada All Blacks verso la Web Ellis Cup saranno tante, ho come l'impressione che ancora una volta la coppa la alzerà qualcun'altro.

sabato 18 dicembre 2010

Call Of Duty 2

Sono un appassionato di videogames e quindi troverete spesso post con questo tema. In particolare il genere sparatutto è uno dei miei preferiti. Non amo molto quelli con ambientazione futuristica o simili anche se uno dei primi che ho provato tanto tempo fa (Quake 3 Arena) era di questo genere.
Proprio in questo giorni ho comprato Call Of Duty 2 per Playstation 2. Lo so, la consolle non è esattamente di ultima generazione e il gioco di cui parlo è uscito anni fa, ma dato che i cd non sono buoni da mangiare uno si adatta a comprare quel che può.
In ogni caso seppur datata la serie "Call Of Duty" rimane, opionione personale, la migliore nel panorama del settore "clicca e spara". Il merito va sicuramente all'ambientazione. Il sonoro è vicino alla perfezione così come il crudo realismo della battaglia. I personaggi sono credibili e la visuale in prima persona secondo me si integra perfettamente nello stile.
Certo i puristi del realismo ad ogni costo mi diranno che in battaglia non ci sono i medikit miracolosi e se ti becchi una pallottola, anche se non letale, di certo non continui a sparare come se nulla fosse. Ma io vorrei ricordare che è un gioco e come tale rimane. La realtà no e nella vita non essendoci l'autosalvataggio all'ultimo checkpoint conta solo portare a casa la pelle.
Pertanto se lo scopo è il divertimento (per chi ama questo genere) allora quest'ultimo è assicurato.
Un'ultima cosa. Non sopporto l'ipocrisia generale secondo cui qualsiasi gioco di questo genere ambientato nella Seconda guerra mondiale escluda sistematicamente l'esercito tedesco (e giapponese) come possibile protagonista, lasciandogli solo il ruolo di bersagli mobili.
I crimini sono fatti e non idee e in quanto tali non li commettono i popoli e gli eserciti, ma solo le persone, in ogni esercito del mondo e in ogni ideologia. Call Of Duty è solo una realtà virtuale per fortuna.